Avevo lasciato il classico bigliettino sul tergi di questa 127; un mese dopo mi chiama il proprietario dicendo che l'auto è in uso quotidiano (60 km al giorno!!!) e che ha già avuto un offerta di 1800... gli ho detto che non ero più interessato!
Riprendendo le fila degli (apparentemente) insignificanti dettagli di cui si ragionava su queste pagine qualche giorno fa, ricordo che all'epoca notavo quanto i cerchi della 1050 bastassero (almeno ai miei occhi) a rendere più bella e aggressiva questa versione della 127 rispetto alla 900. C'è da dire che, per la sua cilindrata, la 1050 era davvero brillante. Questo esemplare riporta uno dei colori più gradevoli di una gamma peraltro piuttosto povera, ma la vernice sembrerebbe aver sofferto, su alcune porzioni, della famigerata scoloritura FIAT.
Presumibilmente è stata parzialmente riverniciata non tenendo conto dell'invecchiamento delle porzioni da non trattare, con l'effetto che ben vediamo. Un'auto uguale a questa (anche nel colore ma senza tergi posteriore) la abbiamo avuta in famiglia dal '77 al '92 e, nonostante sia rimasto legato a lei affettivamente, non posso scordare che era affetta da orrori concettuali e progettuali, offuscanti totalmente il brio del gruppo motore-cambio, tali da sconsigliarne l'acquisto ad amici e parenti. Lo scarico troppo sporgente in pochi anni ha rovinato la vernice e la targhetta del portellone, i sedili troppo rigidi erano incapaci di trattenere in curva ed inoltre erano rivestiti da una sottilissima pellicola "effetto pelle" che in 3-4 anni si è totalmente sbriciolata costringendo a rivestire i sedili con delle immortali foderine. La disposizione dello spinterogeno del 1050 lo esponeva ad una improvvida doccia, e conseguente spegnimento motore, affrontando in velocità una pozza d'acqua. La pedaliera era talmente disassata a dx che per guidare in posizione corretta bisognava reggersi al volante: oppure guidare "comodamente" appoggiato allo sportello. Di fronte a queste problematiche, il costante inserimento in curva su tre ruote passava in secondo piano. In compenso la 1050 CL aveva DI SERIE un borsello (al tempo andava di moda) da agganciare con 3 bottoni all'interno dello sportello di guida Potrei ancora dilungarmi sul gioco, sull'escursione e sull'approssimazione della leva del cambio ma non voglio rischiare di tediarvi oltre.
@Markino: se vogliam paralare di aggressività su 127 normale anche se I serie e non II, ti faccio vedere questa che è in vendita e dal proprietario della quale ho felicemente acquistato le minigonne per il mio Sport, dopo 4 anni di cerca...i cerchi son del 128 Rally...
http://www.autobe..._id=167968
@neim, se ti interessa è in vendita a prezzo minore ovvimente spogliata del Tuning dell'epoca
La disamina di Etilico è interessante, e, in parte, es. la posizione di guida disassata, l'ampia escursione della leva del cambio, o i sedili scivolosi, coincide con il ricordo dei brevi tragitti compiuti con incosciente brio per le campagne del Monferrato nelle serate estive, a bordo di qualche esemplare degli amici già patentati.
Per quanto le prime due serie della 127 abbiano riscosso un enorme successo (la terza aveva oramai il fiato corto), certamente frutto di un'architettura fondamentalmente assai valida, le pecche segnalate mi rimandano all'idea che la cultura della dirigenza FIAT fosse permeata dalla sostanziale certezza, rivelatasi in seguito traditrice, che, in Italia, un'amplissima fascia di utenti di vetture utilitarie e medie, all'epoca non ancora troppo smaliziati o abituati a istituire confronti tra prodotti concorrenti, avrebbe sempre acquistato e accettato passivamente il corrente modello FIAT, sicché su molti particolari progettuali o di rifinitura non era utile andare a caccia della perfezione. Tale approccio era oltretutto agevolato, da un lato, dal rigido contingentamento delle già temibili e affidabili giapponesi, e, dall'altro, dalla facilità con cui era possibile effettuare dovunque la manutenzione di una FIAT a costi ancora contenuti. Potrei sforzarmi di proseguire l'analisi, ma sono improvvisamente assalito dallo stesso scrupolo espresso da Etilico nella sua chiosa
Capitolo II: la leva del cambio. Chi si fosse messo al volante della mia 1050 CL con l’intento di guidarla, avrebbe avuto una immediata sorpresa: impuntamento e gommosa riottosità ad ingranare la prima. Cui avrebbe fatto seguito altrettanta riottosità ad ingranare la seconda. La leva si presentava lunga e tutt’altro che ferma: una debole molla si rifiutava di fermare il cambio in una solida posizione di folle, facendo beccheggiare la leva anche col solo pensiero di sfiorarla. Inevitabile ripercussione: la cambiata veloce dalla 2^ alla 3^ e dalla 3^ alla 4^ era trasformata in un terno al lotto. Fortunatamente la 5^ era assente. In questo quadro desolante, si inseriva una connotazione positiva: l’inserimento della retromarcia portava inevitabilmente la leva del cambio ad urtare il sedile del passeggero. Quando sul sedile passeggero era seduta una ragazza, l’inserimento della retro dava la stura alla possibilità, mediante agile torsione del polso, di sfiorarle il ginocchio o, nei casi più fortunati, buona parte della coscia. Opportunità sperata e condivisa da tutti i diciottenni neopatentati!!
Capitolo III: Sterzo e tenuta di strada.
Seppur gravato da una discreta massa, lo sterzo non presentava evidenti problematiche, complice la gommatura 135/80 13, ridicola al giorno d'oggi. Sforzo nella norma e raggio di sterzata accettabile anche se un po' limitato. Simpatici i due occhielli alle estremità dlle due razze dello sterzo che permettevano di guidare "appendendo" le dita. Almeno, così facevo io trovandolo abbastanza comodo.
Avevo già accennato alla tenuta di strada, che definirei piuttosto aleatoria e opinabile. La discutibile ripartizione dei pesi causava l'inserimento in curva su tre ruote, ovviamente concedendosi una andatura più che allegra. Un paio di sacchi di cemento o un paio di passeggeri accomodati ai posti posteriori limitavano o inibivano la fastidiosa sensazione di "affondamento" dell'avantreno. Per il resto mi ha sempre dato la sensazione di un'auto affidabile e concreta. Un ultimo appunto alla postazione di guida: il sedile relativamente alto, unitamente alla riluttanza dello stesso a cedere al peso del conducente, costringevano i più alti, lo scrivente è alto 1,90 cm, a toccare il soffitto e a chinersi assumendo una postura a "punto interrogativo" per avere una visibilità accettabile.
Attendo suggerimenti per un eventuale Capitolo IV .