(foto "sampei" )

YUUU-HUU una 131 con targa della mia provincia!
Le credevo oramai completamente estinte.... molto bella in questa livrea blu "ministeriale", con l'immancabile paraurti scolorito e rovinatissimo: in palese uso quotidianissimo.
Chissà che non venga spremuta sino al midollo e che possa, un domani, godere anche lei di una serena pensione nel garage di un appassionato, scampando così alla pressa!

mi hai strappato un sorriso... con Papà stavamo sempre a combattere con quei paraurti per ridargli colore... le abbiamo provate tutte ma... vincevano sempre loro...

Son felice Francesco!
So che erano una bella piaga quei paraurti, per anni le case automobilistiche si ostinarono a realizzarli in questo materiale che aveva bisogno di un numero scandaloso di interventi (mia mamma mi ha sempre raccontato di aver vissuto questo problema con la sua Visa "Carte Noir": i paraurti avevano più bisogno di manutenzione rispetto a tutto il resto dell'auto).
Era (e, per quelle ancora circolanti, è tutt'ora) un classico vedere un veicolo magari perfetto ma con le parti in plastica totalmente da rifare!
Hahahaha immagino la gioia tua e del papà....

purtroppo la tecnologia dei polimeri anni70/80 era ancora un poco immatura... fatto stà che tendevano sempre a scolorirsi e infine sfogliarsi... per secchezza direi... probabilmente il sole indeboliva la struttura... chissà forse sarebbe bastato lucidacruscottarli ogni settimana da nuovi...

Davvero un bell'esemplare, nonostante i soliti paraurti scoloriti(che era un must per le Fiat e annesse degli anni 80).

Per lavoro ho conosciuto un tecnico che si occupò dello sviluppo di nuovi mercati per le materie plastiche a partire dai primi anni '70, alla Montell (o Montecatini), che racconta spesso con nostalgia i primi anni di carriera.
Per le prime applicazioni nell'automotive, aveva accesso alle linee di montaggio di Mirafiori, dove sceglieva alcuni componenti metallici che pensava idonei ad essere prodotti in plastica. Il pezzo veniva quindi riprogettato, ed avendo a disposizione un budget quasi illimitato, si procedeva a realizzare lo stampo e la linea produttiva, da proporre a Fiat che poteva decidere se acquistarli o meno.

Ai tempi non erano ancora disponibili additivi efficaci come stabilizzanti alla luce UV, che provoca degradazione in molti polimeri, oppure, nel caso di materiali caricati con minerali o fibre di vetro, poteva affiorare in superficie la carica producendo chiazze biancastre. Questo ultimo effetto si può ancora vedere sulle auto attuali in alcune parti "grezze" nel vano motore o bagagliaio.

L'ho intercettata anch'io.