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Alfa Romeo GTV 2.0 Grand Prix

alfettagtvmarlon20140707.jpg
Anno 1982 (Marlon).

Data: 08/07/2014
Commenti: 12
Visualizzazioni: 1950
Commenti
#1 | Markino il 08/07/2014 09:20:27
Versione rara dei primi anni '80, 650 esemplari circa costruiti. Difficile dire quante ne siano sopravvissute, anche se, forse, la sua particolarità e la gradevolezza dell'insieme (nonostante una caratterizzazione piuttosto vistosa) ne hanno agevolato la perpetuazione: questa sembrerebbe sana e tutta in ordine, un eccellente oggetto da collezione con il vantaggio di essere tuttora spendibile su strada con grande soddisfazione, il tutto a prezzi ancora decenti.
#2 | PrinceMax il 08/07/2014 12:00:31
Creata nel 1981, per celebrare il ritorno del marchio di Arese alle competizioni di Formula 1: autovettura per me molto gradevole, dal sapore estremamente "anni '80". Avvistamento davvero degno di nota, considerando oltretutto che dei 650 esemplari prodotti solo 250 vennero venduti nel nostro paese.
P.s.: ho riconosciuto immediatamente il luogo della foto. Smile
#3 | blackboxes66 il 08/07/2014 15:18:28
Nel 1981 l'Alfa correva in Formula 1 già da un paio di anni con una vettura sviluppata interamente in proprio, dopo la fornitura di motori alla Brabham. I risultati furono alquanto deludenti, nonostante l'ingaggio di piloti di prim'ordine, anche per la cronica mancanza di capitali. Il ritorno in Formula 1 si rivelò una decisione infelice, che dilapidò ingenti risorse, e, in definitiva, contribuì al definitivo affossamento della Casa come costruttore indipendente.
Meglio sarebbe stato continuare nei rally, dove le Alfetta GT/GTV avevano mostrato tutto il loro potenziale (con un bel ritorno di immagine), sacrificato sull'altare della Formula 1.
#4 | amonks il 08/07/2014 15:29:12
Wow! Davvero un esemplare raro e in ottime condizioni, sembra. Complimenti a Marlon per l'avvistamento e naturalmente al proprietario Grin
#5 | Markino il 08/07/2014 15:32:32
I risultati furono alquanto deludenti, nonostante l'ingaggio di piloti di prim'ordine, anche per la cronica mancanza di capitali

Ricordo quella stagione sciagurata: già da bambino ero appassionato del biscione e, nei primi anni '80, seguivo alcuni GP in tv, sperando ogni volta che le monoposto bianco-rosse sbaragliassero le concorrenti, ma ricordo ben pochi piazzamenti significativi, e un pilota come Andrea De Cesaris, noto per la sua irruenza e la propensione a sfasciare macchine.
Come sottolinea giustamente Blackboxes, il ritorno in Formula 1, forse nella vacua speranza di ripetere i fasti oramai lontani delle Alfette 158-9, fu un vero disastro, con esiti non dissimili dall'esperimento in F1 della Lancia dei primi anni '50, che poteva rappresentare un perfetto monito per i manager Alfa. Senza dubbio fu un passo molto più lungo delle gracili gambe di Arese; non ho mai avuto modo di approfondire seriamente come maturò una scelta così impegnativa sia sul piano tecnico che finanziario, ma sarei molto interessato a saperne di più, con nomi, cognomi e situazioni.
#6 | 1600 GT il 08/07/2014 17:36:15
Ottimo avvistamento!!! Davvero un bel colpo avvistare una super rara GTV Grand Prix, considerata la limitata edizione di esemplari.
Inoltre la vettura si presenta in ottime condizioni ed indubbiamente si tratta di un conservato.
#7 | Total III il 08/07/2014 17:39:12
Aristide Massacesi fu, da un certo punto di vista, sicuramente coraggioso, ma non proprio un maestro di lungimiranza. Da una parte, la sciagurata avventura in Formula 1 quando - come giustissimamente osserva Blackboxes - le Alfetta turbocompresse offrivano ottime prestazioni, tantopiù che i rallies al tempo attraversavano l'apice della loro epopea, anche come popolarità. Dall'altra, una gamma ferma al palo, aggiornata solo nell'estetica (la 75 però fu un capolavoro di "nozze coi fichi secchi" ) e nella dotazione di accessori.
In più, lo Stato che si rifiuta di supportare la progettazione di vetture di alta gamma (una condanna a morte per una Casa come l'Alfa Romeo) e l'ingordigia della politica che sfociò nell'ennesimo affare fallimentare (l'Arna).
Eppure, grazie anche a delle campagne pubblicitarie azzeccatissime, fino al giorno precedente alla "liquidazione" si riuscì a mantenere a livelli elevati sia l'immagine del marchio, sia le vendite.
Fu un vero miracolo dovuto alla "rendita" derivante da decenni di eccellenza, quando non di supremazia tecnica, agonistica, e stilistica.
#8 | bayerische il 08/07/2014 21:48:46
Se ci riferiamo al Massacesi presidente dell'Alfa di battesimo faceva Ettore, Aristide invece aveva i numeri per vincere altri gran premi
#9 | Marlon il 09/07/2014 01:20:36
Visto che ha suscitato tanto entusiasmo, ecco un altro paio di foto.
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i58.tinypic.com/dokr3r.jpg
Per curiosità aggiungo che è una delle rarissime occasioni in cui ho inviato foto scattate con il cellulare poiché nel caso specifico (passeggiata domenicale in bici) non avevo con me la digitale, che di solito mi accompagna sempre fedele. Immagino che fosse "a passeggio" anche la GTV, esemplare fotografato nella mia città ma a me del tutto sconosciuto e mai visto prima
#10 | Marlon il 09/07/2014 01:23:08
P.s.: ho riconosciuto immediatamente il luogo della foto.

Non ne dubito, di sicuro ci sarai già passato Wink
#11 | Total III il 09/07/2014 05:40:15
di battesimo faceva Ettore

Ops. Lapis Freudiano.
#12 | blackboxes66 il 09/07/2014 10:19:08
Già nel 1975 l'Alfetta GT aveva mostrato il suo potenziale nei rally cogliendo importanti affermazioni soprattutto con Pregliasco e Andruet. Visti i risultati l'Autodelta trapiantò il V8 della Montreal nel cofano dell'Alfetta, alleggerendo la carrozzeria e affinando la meccanica. Una sorta di 131 Abarth, insomma, da produrre nel quantitativo minimo per ottenere l'omologazione e giocarsi il Mondiale.
I risultati furono ottimi, tutto era pronto per produrre i 400 esemplari, quando la Direzione bloccò i fondi e mandò a pallino il programma rallistico. Dove peraltro le Alfetta GT continuarono a farsi onore, ma senza una preparazione e uno sviluppo seguiti dalla Casa più di tanto non si poteva fare.
Intanto era stata buttata alle ortiche una bella quantità di denaro e risorse.
Nel 1979/80 si ritornò alla carica con l'Alfetta Turbodelta, sia nei rally, sia in competizioni tipo il Giro d'Italia che prevedevano anche gare in pista. Ancora buon potenziale, ma scarsa affidabilità. Sarebbe bastato uno sviluppo tecnico fatto come si deve, ma niente soldi e quindi niente risultati.
Negli anni Ottanta finalmente arrivarono le vittorie, quando la GTV 6 colse parecchie affermazioni nel Campionato Europeo Turismo, nelle mani di abili preparatori come l'italo - belga Luigi Cimarosti.
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