Eccomi! Abitando praticamente nello stesso paesino, capita che Federico trovi parcheggiata qualche mia vettura storica. Come io vedo spesso in giro lui con qualche altra francesona d'epoca, che prima o poi riuscirò a fotografare. Che dire della mia Tagora? Fortemente voluta già da una ventina d'anni; difatti mi reputo uno dei due "pionieri" che hanno sdoganato questa insolita passione per una macchina sconosciuta ai più e che ha avuto successo pari a zero. L'altro appassionato della prima ora è un amico siciliano (anch'egli possessore di due Tagora) conosciuto nel lontano 1999 tramite lettera cartacea! È una berlina da rivalutare: inutile criticare o denigrare per luoghi comuni. È una di quelle auto delle quali ci si innamora solo vivendola. Per la comodità assoluta, l'affidabilità del buon vecchio 4 cilindri di derivazione Chrysler, i consumi ragionevoli, la buona dotazione di accessori, la piacevole elasticità e altre doti "nascoste". Purtroppo invece un difetto non perdonato dalla clientela di una berlina del genere, sono le finiture di bassa fattura. Non nego che i materiali e l'assemblaggio possono essere paragonati a quelli di una più modesta Horizon. Ne arriveranno altre su queste pagine perché ne ho vendute un paio qualche anno fa delle quali ci sarà modo (e fortuna) di incontrarle per strada.
L'esemplare aquilano è vivo e vegeto, riverniciato a nuovo e in mano ad un appassionato noto su Facebook. Prima o poi qualcuno la troverà circolante...
Brutta era e brutta rimane, a mio gusto! Concordo con Fantonx14
La linea era nei canoni dell'epoca e non è mai stata giudicata brutta dalle riviste, anzi addirittura "moderna", idem la luminosissima plancia. Poi il successo non è arrivato per 1000 altri motivi, non certo per la linea. Comunque giustamente il gusto personale non si discute, a me piace come del resto la Solara, la R20 e altre auto poco diffuse che possiedo. Quindi non faccio testo.
Complimenti a Davide per questo bellissimo esemplare. La linea non si può dire bellissima, ma è molto moderna e sicuramente più personale di certe Opel coeve, ad esempio. Gli interni, con i tessuti e la plancia molto ricca e ampia, erano molto appaganti per l'occhio ma, come detto, di scarsa qualità. Il 1.3 garantiva buone prestazioni, anche in virtù del cambio a cinque velocità fornito di serie.
Ehm.... forse ti confondi! Ti pare che una tale scocca abbia potuto essere portata in giro da un "milletre"? Forse parli della Solara, che però non aveva la quinta di serie neanche sulle 1.6 GLS (solo sulla SX). La Tagora, ad ogni modo, era 2,2 litri benzina (come questa), 2.6 V6 benzina e 2.3 turbodiesel (vecchio e indistruttibile motore Indenor Peugeot).
Io non la trovo affatto brutta, certamente non spicca nel design ma c'è di molto peggio, mi piace molto la fanaleria anteriore, la nervatura della fiancata e i cerchi per l'epoca moderni, internamente ammetto che non la ricordo...
#13 Ho avuto un lapsus e non ho riletto il commento. Comunque Quattroruote dell'ottobre 1983 da disponibile solo la 2.3 DT Turbo, la 2.2 GLS solo nel listino dell'usato... come mai?
Mi piacerebbe trovare l'esemplare marrone aquilano a gasolio
L'ho vista in più di un'occasione, a dei raduni in Veneto..
Esemplare in foto molto bello, ed importazione a me sempre gradita. Già da bambino impazzivo per le Simca e le Talbot, così "strane" e rare in confronto a tante altre auto..
Faccio chiarezza sulla gamma Tagora, disponibili per tutta Europa le stesse versioni. Cioè: 2.2 benzina 4 cilindri allestimenti "GL" (scandalosamente povero, dei quali venduti pochissimi esemplari); "GLS" (la mia, con vetri elettrici, servosterzo, chiusura centralizzata, contagiri, ecc), "SX" col V6 PRV da 165cv (nel 1981 la più potente berlina francese disponibile) e "DT" a gasolio col turbodiesel Peugeot già delle 505 e 604. Sono state in vendita in Italia dal 1981 al 1983, tranne la "GL" eliminata dopo poco più di un anno. Sul listino usato nemmeno le mettevano tutte (ma dell'ufficiale "Eurotax" sì) per via ella poca diffusione....
La Tagora non era affatto brutta per l'epoca, ma probabilmente non esprimeva la classe che al tempo si richiedeva ad una berlina di quella categoria. Qualche rivista parlò di stile un po' giapponese, che ai tempi era tutt'altro che un complimento, volendo sottintendere ad una linea anonima e poco personale.
Probabilmente le cose sarebbero state diverse se fosse uscita nei tempi previsti, ma purtroppo le travagliate vicende di Chrysler Europe, lo sventurato gigante dai piedi d'argilla che univa il gruppo inglese Rootes, che si occupò del design della Tagora, e la francese Simca, che definì la meccanica, ne procrastinarono il lancio.
Nel frattempo la neoproprietaria PSA aveva effettuato la celebre ed improvvida operazione di rebadge in Talbot, e neanche questa aiutò certamente i destini commerciali della nuova berlina. La Peugeot fu praticamente costretta a metterla in commercio essendo lo sviluppo del progetto a un punto troppo avanzato per stopparlo senza andare incontro ad un bagno di sangue finanziario.
E così, facendo di necessità virtù, complice l'invecchiamento della "604", fece della Tagora l'ammiraglia del gruppo, dotandola peraltro della versione più potente del V6 PRV ad iniezione elettronica fino a quel momento sviluppata.
Spazio a bordo elevatissimo, confort e sicurezza di marcia e buone prestazioni non bastarono a convincere la clientela del tempo, soprattutto quella istituzionale. L'uscita della modernissima Renault 25 e la sua adozione in massa da parte della nomenclatura francese diede il colpo di grazia commerciale alla berlinona anglo-francese, segnando probabilmente anche l'inizio della fine della breve avventura Talbot.
Escludendo le Renault, è la mia ammiraglia francese preferita!
Al sempre ottimo intervento di Antonio aggiungo anche che attorno al 1982 pensarono di aggiornare la Tagora con un restyling abbastanza pesante (soprattutto del frontale) e di venderla a marchio Peugeot come sostituta della 604, il progetto ovviamente non andò in porto in favore della modernissima 605, che uscì molto più tardi, e ad oggi ci restano solo alcune foto delle maquette di questo restyling.
Ecco una foto di una maquette:
Fonte: escuderia.com
Concludo con un plauso a Davide per l'ottima scelta, ma d'altronde ammiro tutto il tuo parco auto.
Total, se non ricordo male il V6 non era ad iniezione. Bensì aveva l'alimentazione singola a carburatori. Ecco il perché della sua grinta (non capirò mai perché la Renault non dotò l'Alpine A310 in questa configurazione, anziché quella cervellotica di serie) che bastava a mettere in riga l'Alfa 6 col nuovo Busso
Confermo che il PRV della Tagora SX non era assolutamente ad iniezione (sarebbe stato meno vorace ma tant'è...) bensì a due carburatori Weber triplo corpo! Ho avuto modo di sentirne il piacevole rombo al raduno internazionale a cui ho partecipato in Austria nel 2017, dove c'erano anche un paio di SX (da Olanda e Germania). E comunque una sta per arrivare anche in Italia.... non mi spingo oltre lo "speteguless".
Avvistamento spettacolare di un modello per me di culto come, d’altronde, molte altre Simca/Chrysler/Talbot.
Per rispetto, non aggiungo altro a quanto detto da esperti come atate21, Total III e gli altri, ma vorrei lasciare solo una testimonianza dell’epoca della commercializzazione, purtroppo breve, di questa vettura.
Tra qualità, rarità ed un poco di esotismo questo modello era ben conosciuto e idealizzato dal mio gruppo di amici. Venni a sapere dell’acquisto di un esemplare da parte di un parente della fidanzata di mio fratello, un avvocato molto facoltoso che custodiva nel suo ben fornito garage sia berlinone per la famiglia (in genere Mercedes) e sia auto sportive per il tempo libero. Il suo esemplare era una Tagora GLS 2.2 blu pastello.
In occasione di una festa di famiglia estesa (si sa, i meridionali amano le feste….), quale possessore di Tagora, si riunì intorno all’orgoglioso ed estroverso proprietario (si sa, i meridionali sono chiacchieroni…) un capannello di amici e parenti per tesserne le lodi e decantare i suoi molteplici pregi. Ovviamente, riuscii a convincerlo a farmi fare un giro, purtroppo solo da passeggero. La linea era per l’epoca poco convenzionale ma ritenuta, unanimemente, bella per i canoni estetici del tempo. Ma gli interni, la elasticità e la silenziosità di marcia erano veramente notevoli per gli standard dell’epoca. Questo mio ricordo, purtroppo molto risalente, testimonia che ne rimasi molto colpito e consolidò in me la convinzione che la Simca (sì, lo so: è Talbot. Si sa, i meridionali fanno come gli pare…..) producesse ottime macchine; quella era anche molto desiderabile.
All’epoca avevamo una Mercedes W123 e una Talbot Horizon (oltre alla mia Renault 4 negletta dalla famiglia come anomalia non conforme agli standard). Ricordo ancora lo sguardo di mio padre quando mio fratello gli propose di acquistare una Tagora, una espressione tra l’incredulo e il rassegnato alla ineluttabilità della sua sprovveduta irruenza giovanile.
Dopo qualche anno, per la dissennata gestione della Talbot da parte della PSA, avremmo constatato che aveva ragione lui.
Bellissima macchina. Complimenti a proprietario e avvistatore.
Bello e ironico il tuo racconto.... e ti ringrazio dei complimenti. Scritto da uno che ha come nickname "ARGiuliasuper" mi fa ancora più piacere. Nella mia infanzia purtroppo non ricordo di averne mai viste se non una al Salone di Erba (avevo 10 anni, ho una vecchia foto cartacea appoggiato proprio al cofano di una Tagora nuova da immatricolare!). Del resto la produzione si è fermata a 20133 esemplari di cui solo 1083 SX V6. Oltre alla Presidence, un esemplare unico superaccessorriato mai entrato in produzione. La mia è una delle ultimissime essendo stata immatricolata in Alsazia nel mese di luglio 1983 e infatti monta già i sedili nella foggia della SX e i poggiatesta posteriori, montati sulle ultime GLS per smaltire le scorte. I cerchi TRX era un optional costoso ma lo è ancora più oggi per via delle gomme introvabili e carissime... ma con i cerchi in lamiera, come mio solito, non mi sento a posto.
Davide, se vuoi sentire il sound e la grinta del v6 Tagora, apri questo link. Un misto di Dino v6 e 911 con lo scarico aperto.
https://youtu.be/Vo69prdjLBM?si=Zqt770R18v_fV_v2
La Tagora di Atae è una delle pochissime che ho avuto occasione di vedere da vicino, aggiungerei un altro esemplare già pubblicato anni fa sul sito, che a volte vedevo qui in città ed è in mano ad un appassionato e quando la parcheggiava nel centro storico gli sguardi dei passanti venivano inevitabilmente catturati dalla sagoma della rarissima ammiraglia.
Ricordo anche un altro esemplare grigio, Turbodiesel, che vedevo ai tempi della terza media (1999), mai più rivisto.
Rimango allibito nell'apprendere che il V6 Tagora fosse alimentato con due carburatori tricorpo: scelta in controtendenza col periodo nonché decisamente corsaiola.
Avrebbero dovuto montare quel tipo di alimentazione sulla De Lorean DMC12: avrebbe avuto prestazioni certamente più decenti...
grazie a Davide ho imparato ad apprezzare queste meravigliose balenottere francesi.
nel mio garage ci sono una 2.3DT targa nera originale ed una V6 SX di un diplomatico parigino, passata per il belgio prima di approdare in casa mia.
rapporto qualità prezzo eccezionale.
tutta sostanza, pochi fronzoli....pochi problemi!
Che bella questa Tagora, che ho ammirato al raduno di Schiranna del 2017, in cui ho conosciuto Ata... a cui faccio nuovamente i complimenti per il mezzo.
Nel 2018 ho ammirato anche la DT targata AQ, quindi ora si è spostata più a est?
3) La DT targata AQ;
4)L'altra DT targata SO, che credo sia
nel mio garage ci sono una 2.3DT targa nera originale
5)L'esemplare targato VR avvistamento mancato di Prince Max;
6)La SX targata NO che avevo visto nel 2008 e poi nel 2011 senza fotografarla.
Sono queste o ce ne sono altre sfuggite?
Alle prime quattro elencate da Danip avevo considerato la 2.3 DT targata TV ed una 2.2 GLS targata SR (a cinque cifre) di un appassionato siciliano.
Non conoscevo la VR mentre la Sx NO non l'ho considerata perché mai vista.
Oltre a queste esiste una 2.3 DT blu finita da un demolitore di Roma e che sapevo fosse in fase di restauro (probabile fosse ex targhe nere) ed un'altra diesel che dovrebbe essere ferma in un garage siciliano, non so se targata ed italiana da sempre o meno.
La 2.3 DT demolita a Roma è quella di cui ha scritto Fedeesse; nel senso che l'abbiamo recuperata, portata qui al nord e restaurata. Poi fatta la pratica ASI per poterla rimettere su strada, collaudo e targhe nuove. Ora Fede ha chiesto di riavere la sua prima targa nera Roma, pratica già avviata. La DT targata Treviso e un'altra radiata appartengono all'amico siciliano di cui sopra. La mia ex 2.3 DT targa nera Sondrio l'ho venduta ad un mio cliente collezionista di berline di Roma, che la custodisce in un grande capannone assieme a una cinquantina di auto mooolto interessanti. La "romana" di Federico la becchero' in giro senz'altro qui in zona così andrà anche lei ad arricchire la "nutrita" cartella delle Tagora.
La Talbot Tagora targata AQ (non penso che ce ne sia un'altra rispetto a quella da voi citata) ha partecipato ad raduno in Emilia Romagna. Su FB ci sono delle foto in cui sembra essere in condizioni superbe.
(foto "FeDeesse" )