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Isotta Fraschini Tipo 8C Monterosa Coupé

isottafraschinifrecce20190601.jpg
Anno 1947 (freccetricolori).

Data: 01/06/2019
Commenti: 12
Visualizzazioni: 2170
Commenti
#1 | neim4 il 01/06/2019 10:08:43
Pazzesca!Shock
#2 | Frabo187 il 01/06/2019 10:11:56
Non ho parole.. claps
#3 | Alfa33 il 01/06/2019 10:17:12
Complimenti all' avvistatore; nel frattempo, restiamo in attesa di commenti autorevoli per questa opera d'arte.
#4 | astraG il 01/06/2019 10:22:07
Incredibile creatura!.
Incredibile in tutto...non ha niente che non sia perfetto anche a corredo come targa e stato di conservazione.
Davvero splendida tanto che i fari ( oggi elemento di stile a rendere piu' efficaci linee invece impersonali ) se piu grandi, avrebbero sporcato una linea scultorea e slanciata.
#5 | free_runner il 01/06/2019 10:34:58
Quoto astraG, veramente bellissima!
Le foto di quest'esemplare presenti in rete, fanno supporre che si tratti di una colorazione cangiante...
#6 | Biturbo83 il 01/06/2019 10:48:07
Shock
#7 | Neeskens78 il 01/06/2019 10:56:20
incredibile... non sapevo nemmeno che l'Isotta Fraschini producesse coupè così negli anni '40. Credevo si fosse fermata alle grosse autovetture degli anni venti o trenta... complimenti davvero. Stupenda!claps

ps. ho visto le foto in rete anche io. se devo essere sincero il frontale non mi fa impazzire, certo se me ne regalassero una non è che farei tanto lo schizzinoso sui particolari Pfft
#8 | Markino il 01/06/2019 12:07:15
Scatto notevolissimo, nel quale la mano della Carrozzeria Touring risalta subito all'occhio smaliziato: la conformazione della coda e le bellissime "creste" che adornano i parafanghi della "Monterosa" creano un immediato parallelo con le coeve Alfa "6C 2500" Coupé, sebbene, in questo caso, il propulsore - un 8V 3,4 lt., opera di Aurelio Lampredi - sia montato posteriormente.
La milanese Isotta Fraschini, dopo aver realizzato i telai e la meccanica di alcune delle più esclusive automobili del mondo tra gli anni '20 e i primi anni '30, fu costretta dalla grande recessione a dedicarsi alla produzione di veicoli pesanti e motori aeronautici, intensificata durante il secondo conflitto. Nel dopoguerra, con la produzione aeronautica bloccata in virtù delle clausole alle quali l'Italia, in quanto paese sconfitto, doveva sottostare, l'Isotta tentò di riportare in vita il filone dell'automobile di gran lusso con il progetto "Monterosa" - dal nome della via su cui sorgeva l'azienda - realizzando, sotto la supervisione di Fabio Luigi Rapi, alcuni prototipi (complessivamente, se non erro, non più di 5 o 6) in configurazione berlina quattro porte, berlina due porte e convertibile, che, per le forti difficoltà finanziarie, organizzative e di mercato, non raggiunsero lo stadio della piccola serie. Sopravvissero solo una delle berline due porte (mi pare realizzate in un paio di unità), ossia questa in foto, e la Cabriolet (vestita da Boneschi), entrambe finite recentemente - è cosa notissima - nelle mani di quello che, da alcuni anni, si deve definire il supremo ambasciatore nel mondo dell'auto italiana firmata dai carrozzieri italiani, preferibilmente in pezzo unico, l'architetto Corrado Lopresto, che ha tempestivamente esposto i due esemplari, adeguatamente restaurati, al Concorso d'Eleganza di Pebble Beach, negli Stati Uniti, il più importante a livello internazionale. Lopresto, contestualmente, ha svolto un'importante opera di conservazione documentale rilevando, racchiuso in svariate casse, l'intero archivio dell'Isotta Fraschini, che viene ora minuziosamente riordinato e catalogato, oltre ad essere preservato nella sua esistenza, unitarietà e radicamento sul territorio.
#9 | Transaxle73 il 01/06/2019 19:02:29
Incredibile davvero. Grazie come sempre a Markino per l'accurata disamina su modelli non proprio popolari anche tra gli appassionati di auto. Secondo me dovrebbero conferire la carica di Senatore a vita all'Architetto Corrado Lopresto per la sua meritoria opera di salvataggio della grande tradizione motoristica italiana.
#10 | Danip il 01/06/2019 21:15:31
Avvistamento strepitoso, auto che lascia senza parole per rarità e bellezza, una delle ultime testimoni di un glorioso marchio ormai sparito.

entrambe finite recentemente - è cosa notissima - nelle mani di quello che, da alcuni anni, si deve definire il supremo ambasciatore nel mondo dell'auto italiana firmata dai carrozzieri italiani, preferibilmente in pezzo unico, l'architetto Corrado Lopresto, che ha tempestivamente esposto i due esemplari, adeguatamente restaurati, al Concorso d'Eleganza di Pebble Beach, negli Stati Uniti, il più importante a livello internazionale. Lopresto, contestualmente, ha svolto un'importante opera di conservazione documentale rilevando, racchiuso in svariate casse, l'intero archivio dell'Isotta Fraschini, che viene ora minuziosamente riordinato e catalogato, oltre ad essere preservato nella sua esistenza, unitarietà e radicamento sul territorio.


Queste sono belle notizie in un panorama di continua emorragia di capolavori a quattro ruote verso l'estero, che ci sono ancora appassionati italiani che si impegnano per conservare e preservare per il futuro (in mani italiane) il patrimonio storico della nostra migliore industria automobilistica.

Secondo me dovrebbero conferire la carica di Senatore a vita all'Architetto Corrado Lopresto per la sua meritoria opera di salvataggio della grande tradizione motoristica italiana.


Sarebbe un'ottima idea, secondo me: anche questo è rendere grande l'Italia.
#11 | neim4 il 01/06/2019 23:03:18
#12 | vittoriale il 02/06/2019 01:49:25
Persino il volante è in tinta! Shock
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